Equazioni commutative arte della politica inutile e conseguenza sulla città.
Spesso l’inutilità di certe argomentazioni, che vengono espresse, come risposta su chiari riferimenti a qualcuno, sono da una parte paradossali, dall’altra confermano gli opportunismi di chi è incompatibile con una attività realmente dettata dagli archivi del futuro. Come avrebbe detto Giordano Bruno, vi sono fili invisibili nel cosmo. Aggiungerei che vi sono fili invisibili che uniscono realtà cognitive umane e fili invisibili che uniscono emerite teste di cazzo. In parole di sintesi, se la cantano e se la suonano, nei loro lugubri dettati mentali, immersi in “tenebra perenne”
L’aumento dei fenomeni della Natura
A mio avviso, fruendo dell’articolo 21 della costituzione dico che la natura fa aumentare i fenomeni secondo le leggi della serie di Fibonacci, e i cicli della realtà sono scanditi dai ritmi della natura. Il debito pubblico cresce in funzione della quantità di idioti che stanno li a governarlo, facendosi votare da altrettanti idioti. Sono parte di un unico organismo. Unico corpo di bimbi minkia, cui si aggiungono oggi anche i terra-piattisti, navigatori nell’ignoto vuoto che riempie le loro inutili menti.
IL CALCOLO DEL TEMPO
Venti possenti di conoscenza, recano sollievo a noi che cerchiamo di individuare nuove ipotesi dall’archivio del futuro. Dal 1921, l’uomo è vittima del tempo metallico ( misuriamo il tempo in base al Cesio ) e quasi nessuno ricorda che esiste l’azoto , l’idrogeno e l’ossigeno, ergo il multi-tempo.
A mio opinabile, avviso, unico strumento di sovranità è ancorare , arte, urbanistica ed architettura alla natura e non il contrario, solo così avremmo il dominio e godremmo della sconfitta dei Nazkul del debito pubblico: una invenzione “multi-minkia”.
L’intrepido progettare, nella concezione della realtà organica, ci allontana da umanità che non percepisce l’archivio del futuro remoto. Calcolammo questo numero di umani attorno a 1/1000000. “Frantumi” della città, con rapide immagini, ci impongono torri di guardia, non direttamente comprensibili da mondani, consumatori di aperitivi, cui ancora non si vede l’ultimo dì.
Ve ne faccio omaggio. Solo una piccola apocalisse nelle vostre timide menti.